Titolo originale: Bram Stoker's Dracula
Anno: 1992
Regia: Francis Ford Coppola
Sceneggiatura (non originale): James V. Hart
Musiche: Wojciech Kilar
Con: Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins
Anno: 1992
Regia: Francis Ford Coppola
Sceneggiatura (non originale): James V. Hart
Musiche: Wojciech Kilar
Con: Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins
La storia dell'immortale principe di Transilvania trova in questo film nuovi spunti rispetto a tutti i suoi numerosi predecessori. Innanzitutto la stessa struttura di base del libro di Bram Stoker viene alterata e vengono aggiunti particolari completamente nuovi ed arditi. Coppola non ci presenta il classico vampiro crudele per definizione, ma un personaggio molto più complesso. Per la prima volta sullo schermo ci viene mostrato il sottofondo storico a cui la vicenda si ispira: nella credenza popolare, infatti, Dracula viene identificato con Vlad III principe di Transilvania vissuto nel XV secolo, quando Costantinopoli cade in mano ai Turchi. Ed è proprio da questa vicenda che parte il film: dopo un'atroce battaglia, Dracula torna al proprio castello e trova sua moglie Elisabetta morta suicida a causa di un crudele inganno. Questa è l'origine del male, la causa che porterà Dracula a diventare un vampiro fuori dalla grazia di Dio.
Il film poi si dilata e muta, così come muta il protagonista che assume le forme più svariate: uomo lupo, pipistrello, addirittura nebbia vagante.
Ma la particolarità più grande di questa pellicola è il fatto che non aderisce propriamente al genere horror, ma assume mano a mano i tratti di una storia d'amore fatta di passioni travolgenti. Le emozioni proposte sono forti, fortissime. Non esistono mezze misure e può capitare che lo spettatore a volte ne venga sommerso con eccessiva irruenza, tanto da rimanerne perplesso (cosa che magari era già capitata agli spettatori di Apocalypse Now...). Ma in questa fiumana di potenza risiede la capacità creativa di Coppola. Inoltre si aggiungono alle emozioni anche interessanti modalità di ripresa: a volte la cinepresa si muove avanti e indietro freneticamente per rappresentare la furia del vampiro, a volte i fotogrammi rallentano fino a fare degli scatti separati fra loro.
Altro elemento fondamentale che ha guidato le scelte registiche e la stesura della sceneggiatura è stata la critica verso l'ipocrisia della società vittoriana in cui la vicenda si ambienta. In questo caso vengono riprese anche le intenzioni di Bram Stoker, seppure nel suo libro la cosa venga trattata con toni più pacati e celati. In particolare il film si concentra dichiaratamente sulle perversioni sessuali nascoste nelle menti dei giovani e delle giovani esponenti dell'aristocrazia londinese, in pieno accordo con il dilagare di falsità e secondi fini tipici degli insegnamenti comportamentali dell'epoca in questione.
Alla bravura del regista e dello sceneggiatore si deve poi aggiungere la bravura dell'attore protagonista. Gary Oldman interpreta al meglio questo ruolo di non facile lettura. Sa essere tremendamente violento al momento opportuno, ma anche fragile ed innamorato quando si scoprono le sue reali motivazioni. Dracula è un personaggio né bianco né nero, ma grigio; troppo facile sarebbe definirlo "cattivo" per antonomasia, dato che la sua cattiveria è scaturita da una vicenda tragica che lo ha sconvolto. Oldman riesce a far emergere tutto questo, dall'inizio fino al momento dell'ascesa finale al regno dei cieli quando il cerchio si chiude ed anche un peccatore come Dracula, grazie alla forza dell'amore, può trovare la pace eterna.
Un po' sottotono appare invece la co-protagonista Winona Ryder, forse anche smarrita nel dover ricoprire un ruolo difficile e talvolta contraddittorio come quello di Mina. Soprattutto perché in lei devono convivere due nature: quella del presente e quella del passato, in quanto reincarnazione dell'amata e perduta Elisabetta. Anche lei, come Dracula, è peccatrice in quanto muore suicida ed anche lei potrà trovare la salvezza finale solo grazie alla forza dell'amore.
Altro grande merito deve essere riconosciuto ad Anthony Hopkins nei panni del professor Van Helsing. La follia quasi paranoica che assilla questo personaggio è messa in straordinario risalto dall'ottima interpretazione di questo grandissimo attore.
Infine un posticino spetta anche a Keanu Reeves, il cui personaggio, Jonathan, non ha qui molto spazio, in quanto si trova violentemente inserito in una storia molto più grande di lui, dove in gioco ci sono delle forze che si agitano da secoli nei cuori dei protagonisti.
Molto gradevole è anche la colonna sonora composta da Wojciech Kilar; mai eccessiva, anzi quasi più da sottofondo musicale, anche se in certi tratti sa diventare molto incalzante. Giustamente gotico e tenebroso è il coro in occasione della scena della tempesta violenta che sconvolge Londra all'arrivo di Dracula, così come è molto ben costruita la suite strumentale in occasione dell'inseguimento finale sulle pendici del monte che ospita il castello del conte.
Un grandissimo riconoscimento deve essere infine attribuito alla splendida canzone "Love song for a vampire", scritta e cantata dalla bravissima Annie Lennox, che accompagna i titoli di coda del film.
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