Titolo originale: V for Vendetta
Anno: 2006
Regia: James McTeigue
Sceneggiatura (non originale): The Wachowski Brothers
Musiche: Dario Marianelli
Con: Natalie Portman, Hugo Weaving
Anno: 2006
Regia: James McTeigue
Sceneggiatura (non originale): The Wachowski Brothers
Musiche: Dario Marianelli
Con: Natalie Portman, Hugo Weaving
Anche questo film è la trasposizione cinematografica di una celebre graphic novel scritta da Alan Moore ed illustrata da David Lloyd. In questo caso però, a differenza di "From Hell", lo scrittore si è totalmente dissociato dall'adattamento per il grande schermo; a suo giudizio, infatti, sono stati effettuati dei cambiamenti che hanno totalmente stravolto la storia e le motivazioni che ne avevano determinato la sua stesura. E' certamente vero che molti stravolgimenti sono presenti, tuttavia ritengo che la posizione di Moore sia veramente eccessiva, in quanto non tiene assolutamente conto della necessità di adattare una storia di questo tipo ad un contesto più attuale ed a noi più vicino.
Ma prendiamo in esame con calma la sceneggiatura che i Wachowski Brothers (sì, quelli della saga di Matrix, di cui sarebbe meglio ricordare solo il primo episodio se proprio ci si tiene...) hanno proposto. Innanzitutto cambiano alcune caratteristiche del misterioso terrorista "V"; il film fa chiaramente capire che indossa una maschera per nascondere un volto sfigurato dalle ustioni, mentre nella graphic novel non si fa assolutamente riferimento a questo particolare e la maschera assume il semplice connotato di "elemento misterioso". Cambia poi l'ordine con cui V demolisce i vari simboli del potere governativo a Londra: se il film termina con l'esplosione del Parlamento, la graphic novel finisce con la distruzione della residenza del Cancelliere in Downing Street.
Oltre a questo personaggio, anche la storia subisce alcuni cambiamenti. Mentre il fumetto ci parla di un'Inghilterra (e di tutta l'Europa) sconvolta da una guerra scaturita dall'uso di armi nucleari, il film aggiunge a questa tetra panoramica un diabolico complotto da parte del governo super-nazionalista che avrebbe scatenato una terribile infezione batteriologica nel suo stesso paese, uccidendo anche un numero elevato di bambini, per poi "trovarne" una cura ed arrivare ad ottenere il potere assoluto. Questo è uno dei punti che Alan Moore non ha assolutamente gradito...
Seguono poi vari altri piccoli cambiamenti nell'intreccio della narrazione, senza però costituire alcuno stravolgimento vero e proprio. L'unico altro elemento di differenza su cui soffermarsi è il finale. Nel film cambia del tutto la scena - ed il responsabile - dell'uccisione del Cancelliere, così come la morte di V; nel fumetto sembra quasi che voglia volontariamente farsi uccidere dall'ispettore Finch, mentre nel film la sua morte è dovuta allo scontro finale con il crudele Greedy. Infine, la pellicola si conclude con una maestosa sfilata di cittadini londinesi vestiti tutti come V; questa scena è del tutto assente nella graphic novel, però ritengo che sia fortemente emblematica in quanto simboleggia alla perfezione l'ideale di Anarchia che l'autore ha voluto trasmettere: questo concetto non indica infatti l'assenza di un governo, bensì la capacità da parte di tutti di sapersi autoregolare. Se poi questo proposito avrà un buon fine, non ci viene rivelato...
Sul cambiamento della storia ognuno potrà fare i propri commenti, ma un punto che dovrebbe trovare tutti d'accordo è la prova di recitazione che viene offerta dai due protagonisti.
In particolare Natalie Portman esprime il meglio delle proprie capacità, coinvolgendo direttamente lo spettatore nella vicenda di Evey Hammond, che lei interpreta. Il suo personaggio, inizialmente fragile (ma non così tanto come lo è invece nella graphic novel), arriva ad assumere una personalità forte attraverso una serie di prove quasi iniziatiche. Memorabile è la scena della sua reclusione in una cella dove subisce torture fisiche e psicologiche; qui l'alternanza dei sentimenti è espressa ai massimi livelli da parte dell'attrice. La paura iniziale fa spazio ad una tenera simpatia per la triste sorte di Valerie, quando Evey trova la sua "biografia" scritta sulla carta igienica, che la porterà poi a raggiungere una fredda e lucida risolutezza prima dello sconvolgimento finale, quando si scopre che il carceriere di Evey altri non è che V stesso.
Altrettanto bravo è Hugo Weaving, anche se il suo personaggio alla fine viene ovviamente oscurato da quello più complesso di Evey. E' comunque da notare la capacità con cui riesce a recitare e dare spessore alla sua parte senza mai mostrare il suo volto.
Infine è molto apprezzabile anche la colonna sonora di Dario Marianelli, speciamente in occasione della scena della "liberazione" di Evey, che trova sfogo sotto la pioggia battente; il ritmo della musica è in perfetta sintonia con quello delle parole "Dio è nella pioggia" che accompagnano la scena.
1 commento:
Non mi ha fatto impazzire, anzi...
L'ho trovato decisamente irritante, non so forse dovrei rivederlo. Certo è che non mi ha lasciato un buon ricordo. Non ho letto il fumetto.
Un saluto
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